LETTERA: GATTO RISPONDE ALLA REPLICA DI SINICATO

Non è mia abitudine dare alimento alla polemica, soprattutto quando questa è fatta per accaparrare quanti più consensi possibili.
Solitamente, scelto un “modus operandi”, proseguo sul sentiero, solido e fermo nelle mie convinzioni…ma tantè, tirato per i capelli è nei miei diritti difendermi e far valere le mie ragioni.
Lei saprà benissimo quanto sia alta la stima mia e l’affetto fraterno nei confronti del Presidente e quindi non le sarà difficile capire quando dolorosa sia stata per me la serata dell’infortunio. Ora, come amico del malcapitato, condivido non senza sofferenza il calvario che egli sarà costretto a salire, ma come cronista ho un compito al quale, nemmeno violentando la mia volontà e coscienza, posso sottrarmi.
Perché, come già esposto, quello che Lei ha letto è solo cronaca…nulla di inventato, nulla di immaginato, nulla che sia frutto di visioni madonnare; solo trascrizione fedele di ciò che è successo.
Ora è certo che questo a qualcuno, soprattutto ai più sensibili, può aver dato fastidio, ma non si può chiedere la censura mascherando tale richiesta come tributo alla decenza e al rispetto!
No caro amico, non è così che ci si comporta!
Sono disposto a riconoscerLe che forse la mia prima risposta sia stata dettata più dalla rabbia che non già dalla ragione e di questo, pubblicamente me ne scuso, ma sul resto del suo peraltro nobilissimo pensiero, non posso seguirla.
Già Lei ammette di aver talvolta calcato la mano con il Presidente e questo, me ne dia atto, avrà sicuramente avuto ripercussioni sulla psiche del Baghin; sì, certamente egli avrà tratto giovamento dal suo sprono, ma ha anche indotto il suo inconscio ad abbassare la soglia della sopportazione a tal punto che basta un nonnulla per farlo cadere nel baratro della desolazione.
Nulla è stato fatto per mettere alla berlina lo sfortunato Presidente, nulla è stato esaltato per gettare nel ridicolo la figura del “bardotto”.
Lei dice bene quando afferma che comunque lo spettacolo deve andare avanti ed è andato avanti; nello sport come nella vita non c’è tempo al giorno d’oggi di fermarsi e guardarsi indietro e magari con malinconia ricordare il passato. I nostri tempi sono fatti di continue sfide, che non permettono il lusso degli “amarcord”. Ed è in questa ottica che ci si é mossi anche martedì scorso…
Veda, io non ho la presunzione di essere esclusivamente nel giusto e come Lei non sono qui ad impartire lezioni di morale; difendo, se serve anche con i denti, il mio diritto alla cronaca. Punto!
Condivisibile o meno che sia, l’unico valore assoluto, in un momento in cui tutto perde il suo valore, è la VERITA’, urlata a squarciagola anche dalle pagine di questo Blog.
Rispettosamente.

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