PLAY OUT

27/04/10 Finale Play Out:


ATLETICO 76 – CREMA di MONTEVIALE 8 – 3

(Brunelli 4, Pigaiani 2, Manzella 1, Sinicato 1)


La partita è di quelle che valgono una stagione, i ragazzi dell’Atletico lo sanno, ne sono consapevoli e per la tensione pre match è palpabile. I ragazzi sanno anche di avere di fronte una squadra molto giovane che fa della corsa e della dinamicità il suo forte, armi che possono mettere in difficoltà la squadra di mister Sinicato che, non è un mistero, non ha mai avuto tra le sue caratteristiche una condizione atletica eccelsa.

Tra defezioni varie l’Atletico si presenta con soli sei giocatori disponibili (Carta-Pigaiani-Manzella-Sinicato-Zerbato-Brunelli) e con ben tre bei dirigenti in panchina: lo sciatto Presidente Baghin, lo squalificato “testa calda” Gatto e un caricato ex bomber Faccin.

La partita si dimostra fin da subito a ritmi alti con gli avversari che corrono come furetti per tutto il campo non lasciando rifiatare manco un secondo i ragazzi dell’atletico che nella prima parte si trovano sopraffatti da cotanta vitalità, merce rara in casa biancazzurra.

Manzella parte malissimo con seri problemi di posizione, coordinazione, postura e Brunelli non è da meno visto che vaga sconsolato per il campo cercando un qualche cosa che possa attirargli l’attenzione, fargli scattare la molla (….e la troverà questa cosa….uhhh, se la troverà!). D’altro canto in difesa non è che la situazione sia poi migliore con Pigaiani e Sinicato che faticano a tenere il passo dei giovinastri avversari e con Carta che tra una parata e l’altra invoca i Santi (in modo un po’ scortese) a darci una mano.

Come prevedibile gli ospiti in vantaggio dopo varie occasioni ma l’Atletico non demorde e trova il pareggio su invenzione personale del suo mister-giocatore-mentore-Compagno Sinicato che con delizia su calcio piazzato da venti-venticinque-ma facciamo pure trenta metri, infila una parabola perfettamente disegnata: palo goal! Folla in delirio, palazzetto in festa, tutti a osannare colui che è il vero trascinatore, l’uomo simbolo, il Gladiatore….

Primo tempo si conclude sull’ 1 a 1 con i ragazzi dell’atletico che guadagnano bordo campo arrancando faticosamente.

Il secondo tempo però è tutta un’altra musica con i vari Manzella e Brunelli che la fanno da padroni furoreggiando in campo come libere gazzelle e contrastando avversari con la stessa potenza dell’Orso Dino. E così che in men che non si dica l’atletico prende in mano il match e infila a ripetizione gli avversari con goal spettacolari di Brunelli Manzella e Pigaiani e con un Carta agitatissimo che se la gode con tanti sorrisi a favor di camera e Zerbato che delizia le platee con lunghe scorazzate sulla fascia a mo di levriero afghano.

Ecco, potrei anche concludere così “…Atletico vince alla grande e alla fine è una gran festa per tutti”…..ma non finirò così, e sapete perché? Perché di festa nemmeno l’ombra in campo…ma andiamo con ordine.

Siamo sul finire della gara e la tensione sta salendo, il gioco è duro, maschio e condito anche di insulti gratuiti che i ragazzi dell’atletico cominciano a non digerire più. Quando pareva che la situazione fosse ristabilita succede il fattaccio che vi racconterò dalla mia soggettiva:

Ricky aveva appena subito un brutto fallo e io mi stavo apprestando a calciare il tiro libero. Io guardavo fisso il portiere, il portiere guardava fisso me e l’arbitro era posizionato per dare avvio alla battuta. Aspettavo solo il fischio e poi avrei scaricato tutta la rabbia e la tensione con un gran tiro. Era il mio momento, mi posiziono, faccio un passo ma ad un tratto un boato…..

“I terroristi” gridava qualcuno, “Un terremoto…” gridavano altri….nessuno si rendeva bene conto di cosa fosse stato quel rumore assordante fintanto che girandomi ho visto una povera salma vestita di rosso adagiata al suolo ai piedi di un a dir poco iracondo Brunelli. Il ragazzo non dava cenno di vita se non per quell’ansimato “ahhhh….ahhhhh….ahhh” pieno di dolore. Il clima da lì a poco si fece pesante con Brunelli accerchiata dagli avversari che dal colore della divisa di gioco potevano benissimo essere scambiati per dei Khmer rossi pieni d’odio e rancore.

Chiesi a Ricky delle spiegazioni, le ragioni di questo mal di denti improvviso che ha colpito l’avversario e lui in tutta franchezza si assunse le sue responsabilità:

“io ero lì per i fatti miei, stavo pensando se veramente la Grecia era sull’orlo del fallimento e se questa situazione congiunturale avrebbe avuto effetti prolungati sul nostro sistema economico….quando questo baldanzoso giovine mi si è avvicinato, mi ha spalleggiato e poi….trac…..mi tira l’uccelllo!!! A quel punto lì son stato indeciso se dargli una leccata o una bella pizza in faccia….ho deciso per la seconda”

Come prevedibile è successa una gran baraonda con gente che perdeva le staffe e che cercava il contatto fisico però a fatica si è riusciti a stabilire l’ordine. Situazione nuovamente compromessa da un Faccin sgusciante che dalla panchina guadagna il campo per inveire contro avversario che ancora a terra (nessuno se lo cagava) non faceva altro che continuare nel lungo e infinito monologo “Ahhhh…..ahhhh…..ahhhh”.

Alla fine di tutto è bello poter dire che lo sport e l’etica vincono sempre infatti dopo una doccia rilassante i contendenti si sono salutati con un distinto “ancora rompi il cazzo?” e un educato “Imbecille…..tira fuori le palle”.

Evviva il calcio a 5, evviva l’Atletico e per la nostra parte nel costruire la Pace nel Mondo ci penseremo un’altra volta!!!!!


HAPPY BIRTHDAY MISTER PRESIDENT!!!!






Carissimi Compagni,

Ci piace enormemente vedervi così divertiti e divertenti, così gioiosi e così immersi in una gaiezza tale da rendervi ancora più piacevoli sotto l’aspetto fisico-emozionale.

Questo è il quinto Natale che passiamo insieme: puntuali e presenti tutti o quasi come orologi svizzeri.

Ed è per noi una grandissima soddisfazione vedervi tutti qui riuniti attorno a questo tavolo; significa che l’Atletico 76 è molto più di una squadra di calcio, è molto più di un accozzaglia di giocatori che lottano per non retrocedere, è molto più di una difesa colabrodo che imbarca acqua ovunque, è molto più di un attacco talmente sterile da ……… : l’Atletico è molto più. Siete voi, siamo noi.

Si potrebbe continuare sulla falsa riga dei buoni sentimenti e del “volemose bene” che tanto si concilia con questa atmosfera natalizia, ma il nostro intento è un altro. Si, perché noi abbiamo avuto l’onore e l’onere di conoscere anche l’altra faccia della vostra medaglia, quella faccia che ha mostrato le vostre debolezze, le vostre inquietudini, le vostre silenziose grida di aiuto che solo noi in certi momenti abbiamo saputo ascoltare.

Non pecchiamo certo se ci riteniamo delle valide guide, dei Caronte moderni, che hanno saputo traghettarvi da una sponda all’altra del fiume impetuoso che alle volte ha attraversato la vostra vita.

E allora perché nascondere tutto questo facendo finta che dietro al sorriso di ognuno di voi ci sia solo tanta felicità?

E’ da qui che intendiamo ripartire come buoni propositi per il nuovo anno, dalle vostre mancanze o perdite o lacune che avete avuto il coraggio di mostrarci perché siete prima di tutto uomini.

Ripartiamo da qui per buttarcele alle spalle, per far vedere che stiamo andando avanti, che non ci siamo fermati e che non intendiamo farlo, che l’orizzonte ora è più visibile, sempre distante ma più visibile.

Abbiate il coraggio di passare oltre ma non dimenticate quello che siete stati e soprattutto quello che non siete stati in grado di essere ma per questo ci siamo noi a ricordarvelo.

Vogliamo ricordare:

a te IKO che un sorriso in più ogni tanto non scalfisce lo smalto dei tuoi denti;

a te SPINA che non occorreva simulare un infortunio solo perché con l’avanzare dell’inverno e della nebbia non ti fidavi più di guidare la sera;

a te NICO che il riscaldamento è come i preliminari nel sesso: più ne fai e più grande è la prestazione dopo;

a te CIUTO che il riscaldamento è si come i preliminari, ma se esageri arrivi spompato ancora prima di iniziare;

a te BIONDO che avresti potuto diventare qualcuno come qualcuno potrebbe diventare te se non ti fai vedere ogni tanto;

a te FRANCO che se vuoi per te un posto dietro la scrivania c’è sempre;

a te BERTO che pavoneggiarti continuamente per presunte doti certo non servirà a farti sentire un portiere migliore;

a te RICKY che non potrai mai permetterti di guardare nessuno dall’alto al basso, mettitelo in testa zuccone;

a te MANZO che la vita continua fuori dal campo, c’è un mondo là fuori…corri Forrest corri Forrest.

Si comincia a mormorare che forse questo sarà il nostro ultimo anno insieme: le famiglie si allargano, i giocatori invecchiano, le ginocchia cedono, il fiato comincia a mancare.

Ma quello che non dovrà mai mancare è lo spirito, la voglia di stare insieme e di lottare tutti insieme; la voglia di credere in qualcosa che va oltre un piccolo pallone e un rettangolo di gioco.

Tutto questo non dovrà mai venire meno …… quindi tusi ..… fora i cosidetti e affrontiamo il girone di ritorno come si deve!!

Tantissimi auguri di tutto cuore

La Società

Baghin Simone

Sinicato Tommaso


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