Campionato: 6^ giornata

Atletico 76 - Pieffe 4 - 1

Difficile l’appuntamento del 12 novembre per il glorioso Atletico 76:oltre ad un ostico Pieffe da affrontare, c’è anche un amaro 9-1 da riscattare. La temperatura glaciale del Palalago (2 gradi sopra lo zero) è solo parzialmente mitigata dal fragrante sudore delle squadre che si sono affrontate nella prima partita delle 20.30. L’arbitro Marco Civoli (impressionante le somiglianza!) dà suo malgrado il via ad una partita che non sembra riservare molto spettacolo:infatti dopo 2 minuti tutti gli spettatori si spostano a vedere la partita del campo a fianco. Ma si sbagliano! Un Atletico pieno di freddo, di acciacchi, d assenti, ma soprattutto di tanta voglia di riscatto (e forse anche di gnocca…), si porta presto in vantaggio con il bomber Redi,che subito vuole dimostrare di essere tornato (voto: 6.5, REDIvivo). Subito è ilarità in panchina ed in campo: “Questi ce li mangiamo”,”Presidente paga la cena”,”Vogliamo la Champions” sono frasi che subito si sentono fra i giocatori, proprio mentre il brizzolato n. 10 avversario stoppa una palla lunga con semplicità irriverente,scoreggia, rutta,e con una puntatina mette la palla sotto la traversa; 1-1. Si spengono tutti i sorrisi, con la stessa velocità con cui si erano accesi, a parte quello del Conte (voto 6.5, recuperato) che, forse prevedendo la vittoria, o forse prevedendo la vista di Ivi nudo in doccia, ostenta tranquillità. E ben fa, visto che all’inizio del 2° tempo, da una sua incursione nasce un tiro (o era un passaggio?) dello stesso Ivi (7.5, chirurgico sia nel tirare che nel mirare le altrui caviglie) che si insacca a fil di palo. E qui inizia il dilemma dell’Atletico: vincere dominando o soffrire? L’Atletico sceglie di soffrire. Pur ben sorretto da uno strepitoso Berto (7, guerriero della notte) e da un concretissimo Spinato (7, tronista), che arriva in forma alla partita nonostante si sciroppi 2 ore di macchina per arrivare al Palalago, visto che si fa Trissino-Marola ai 30 km orari, l’Atletico rischia di nuovo il pari. Un improvviso gol di Brunelli (6.5, baricentro basso), nato da un contrasto vinto con l’unico giocatore in campo più basso di lui, e le opportune ed improvvise folate sulla fascia destra (e forse favorite dalla pettinatura aerodinamica) del roboante Gioiellino (voto 7, Carolina Morace), regala un po’ di tranquillità ai grigio-azzurri i vista del rush finale. Quando tutti sono stufi di prendere scarpate dai difensori avversari, e cominciano a chiedere il cambio, ecco l’idea del presidente-allenatore Baghin: “Berna, tocca a te!”. “Casso, mister, no gò voja de ciapàr pache!”. “Te ghè da xugare! Sito un professionista o no?”. “No, mister!”. “Va bè, te ghè rason. Però xuga, famme ‘na carità!”. Avviene così l’esordio agognato del fantasista Bernardi (6.5, in crescita), positivo nonostante l’orrendo cappellino con cui si è presentato. Ma prima della fine, il colpo di scena. Forse persosi, forse pervaso dalla voglia di imitare il Mimmo di un anno fa, entra nel Palalago un disorientato Franco Gatto. “Passavo di qui, posso giocare?”. Il pietoso sostituto-mister Baghin (voto 7, lungimirante) gli accorda la passerella; e tempo 30 nanosecondi il cecchino Gatto ( 7.5, precoce) castiga il Pieffe con un esterno-interno (insomma, un puntalòn) imprendibile. Da qui in avanti si diverte solo irridendo gli avversari e facendo innervosire il pur normalmente tranquillissimo Ivizzza che all’ennesimo errore sottoporta lo apostrofa con un “Salamoia!!!”. O forse era “…io boia!!!”. Ma a chi interessa, in fondo? A nessuno; all’Atletico interessa solo del premio promesso dal presidente per la quarta vittoria: una tuta da sci a testa! Grazie presidente!

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